AL DI LÀ DEI SOGNI, L’ETNA
GIOIRE TRA LE VIGNE ETNEE
Ogni viaggio racchiude una serie di sensazioni che si solidificano nella nostra anima: i ricordi potranno affievolirsi, ma quelle emozioni ci accompagneranno per sempre.
Per quanto mi riguarda, non sono molto portata a memorizzare date, nomi o eventi storici: la mia attenzione si rivolge con maggiore facilità ai profumi e colori, ai sorrisi che un luogo mi suscita.
Un brindisi occhi negli occhi, una gentilezza inaspettata, un battito d’ali, sono queste le esperienze di viaggio che più mi segnano e mi arricchiscono.
Così voglio raccontarvi la nostra permanenza a Rovittello, una piccola frazione di Castiglione di Sicilia.
AVVENIERISTICO ANACRONISMO
Mura solide, che lasciano trapelare poco o niente. Nessun rumore, vecchi merletti, tisane da sorseggiare in tazzine di porcellana.
La Tenuta di Fessina ti accoglie con una grazia inaspettata, un mix tra la vecchia zia innamorata dei suoi Limoges ed un dandy inglese all’ultima moda.
Ogni dettaglio è studiato per offrirti un’esperienza fuori del comune: non per tutti. Solo chi sa cogliere la bellezza di un muro a vivo, di una mattonella spezzata ma centenaria, di finestre profonde, quasi anguste.
Chiudi la porta alle tue spalle e ti ritrovi improvvisamente in un’altra epoca, quasi fossi entrato nella camera di Sansa Stark. Poi però ti accorgi che le lenzuola e gli asciugamani sono di fattura pregiata, che il frigobar è hi-tech e le ciambelline di benvenuto una delizia appena sfornata.
Ed in quel momento, sai che braccia invisibili ti stanno accogliendo con amore e dedizione.
Amate Dubai? Allora la Tenuta non fa per voi. Ma come si dice, non è mai troppo tardi, per affinare i propri gusti ?
INCANTEVOLE DECADENZA
Passeggiare per i vigneti accarezzati dal sole, addentrarsi su per un sentiero e ritrovarsi al cospetto di un casolare abbandonato.
Porte cigolanti, botti dimenticate da decenni, mura crollate ed alti soffitti.
Nella decadenza ritrovare tutto il fascino di qualcosa che un tempo era vivo e pulsante, e che ora grida vendetta dal passato. E verrebbe voglia di rimboccarsi le maniche, per togliere i calcinacci, dare nuova vita ai legnami, far scorrere acqua dalla fontana e lasciare le erbe spontanee creando meravigliose geometrie, come hanno fatto fino ad ora.
INEBRIANTI SAPORI
L’Etna prende, l’Etna da. Catastrofiche eruzioni, suolo benedetto e fecondo.
Da oltre 3.000 anni si narrano i munifici raccolti delle vigne etnee, grazie a quel clima reso unico proprio dal vulcano.
Una varietà di uve che mai si potrebbe sognare in una zona diversa da questa.
Ogni versante della montagna infuocata regala microcosmi diversi, vuoi per il magma ed i lapilli che nel tempo si sono depositati, vuoi per l’esposizione e l’altitudine.
Un viaggio inebriante che si articola in succulenti sorseggi ed allegri convivi.
Perché, come diceva il saggio J.W. von Goethe: La vita è troppo breve per bere vini mediocri.
ANTICHE VESTIGIA
Un castello dalle origini ignote, probabilmente figlio del periodo normanno-svevo.
Un borgo dalle sette meraviglie, incastonato nella valle d’Alcantara.
Uno stemma regale: un castello e due leoni accovacciati ai suoi piedi.
Castiglione in Sicilia.
Non aspettatevi decorati saloni, arazzi e mobili altisonanti: la bellezza spartana di questa roccaforte sta proprio nel suo essere spoglia ed essenziale, a dimostrazione che la sua roccia è antichissima e che rimarrà li ancora a lungo.
Cammini nel silenzio, ti inerpichi per gli scalini ripidi, ti godi il panorama circostante: dall’Etna all’Alcantara, in un continuum armonioso tra terra, umanità e cielo.
CIELI BLU
Contrariamente al clima benevolo della Sicilia, il nostro soggiorno è stato falcidiato da non pochi temporali. Ma poi la pioggia lasciava spazio al cielo cristallino, che ti colpiva con la sua purezza.
L’Etna in lontananza che sbuffava nel suo imperituro nervosismo, vigne a perdita d’occhio ed il cielo a fare la cornice a questa tavolozza di colori potenti ed inebrianti. Quando le nuvole svanivano, l’estate autunnale tipica della Sicilia, ti colpiva con una sferzata di energia. A quel punto abbandonavi il maglione in un prato e ti godevi il caldo rigenerante.