Grazie a Vini di Sicilia per il bellissimo articolo sulle Sciare di Silvia!.
Le Sciare di Silvia

Dalla terrazza gli occhi affogano fra le striature autunnali degli alberelli Etnei, coricati sui substrati, ricchi di pomice e cipria, di due sciare vulcaniche, a contrada Rovitello. Sotto la superficie, i ricordi antichi di eruzioni si attorcigliano fra polveri di manganese e ferro pronti a sprigionarne i profumi fra le profonde radici di viti prefilosseriche.

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Ci troviamo a Castiglione di Sicilia, in visita a Tenuta di Fessina, altro appuntamento speciale del nostro ottobre Etneo, accolti, con grande simpatia e professionalità, da Jacopo (Maniaci) e Giuseppe. Jacopo ci racconta di come la toscana Silvia Maestrelli, nel 2007, in collaborazione con Federico Curtaz, si innamori di questo lembo di Montagna e acquisti questo vecchio vigneto di Nerello Mascalese. Un vero e proprio “coup de foudre”, che la spinge ad acquistare 7 ettari di vigna e a produrre solo 5 giorni dopo la prima annata di Musmeci Rosso (nome dedicato proprio al precedente proprietario, tale Ignazio Musmeci)

Da allora, per lei, proveniente dal campo immobiliare, un’incredibile escalation che ha portato i suoi vini ad essere nominati, rinomati e premiati in tutto il mondo. Grazie a Curtaz prima, e a Giandomenico Negro (ex-Benanti) poi ; la capacità di Silvia sembra essere quella di saper scegliere bene.

Ha scelto con lungimiranza le terre (oltre a Rovitello, anche a Milo e a Santa Maria di Licodia), sa scegliere le persone: ne sono una conferma anche Jacopo e Giuseppe, splendidi anfitrioni che ci tengono compagnia in sala degustazione.

Non solo A’ Puddara quindi; dopo la visita a un Palmento perfettamente conservato, dove abbiamo seguito il percorso di ettolitri di storia sul pavimento di cocciopesto, Jacopo ci mostra la bottaia, . Qui fotografiamo la B2, una botte Gamba da 35 hl., dove riposa per 10 mesi il vino simbolo di Tenuta di Fessina, cru di Carricante; A’ Puddara, che significa la chioccia, prende il nome dalle stelle che si avvistano dal mare sulla vetta del vulcano in estate, le Pleiadi, dette così in dialetto.

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Questi i vini assaggiati:

Il resto lasciamo raccontarlo alle immagini, ringraziando questi ragazzi e Silvia per averci fatto sentire a casa, aprendoci la porta di casa sua.

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