E siamo a marzo. Quarto numero e un po\’ di riflessioni. Ho sempre desiderato impostare Wine Pager come la newsletter della scoperta, ovvero la ricerca di tutti quei territori meno blasonati, di quei vitigni che in un modo o nell’altro rimangono più spesso in ombra, di quei produttori che \”devi andarti a cercare\”, perché non sempre sono sulle guide e neanche ci vogliono stare, ma fanno cose imperdibili che meritano di essere scoperte, conosciute e a loro volta fatte conoscere. Lo sto facendo con una modalità semplice in cui il linguaggio sia davvero generatore di godimento. E questo penso succeda quando una descrizione riesce a trasportarti lì, proprio lì, sul territorio, senza per questo dover essere un concentrato di aggettivi, di termini, di paroloni. Condurvi semplicemente verso sensazioni, immaginando odori, sapori, consistenze e persistenze. Credo che i parametri di riferimento siano ad esempio la sensibilità nel descrivere un dettaglio: la mia sensibilità, in questo caso. La vostra, nel limite di quello stimolo chiamato soglia di percezione. Buon inizio di primavera.

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C’è luogo e luogo. Lo sa bene Silvia Maestrelli, imprenditrice fiorentina che dalla Toscana vitivinicola ha guardato a sud, verso la Sicilia, in quel \”luogo di bellezza tra terra e spirito\”. L’Etna, a Muntagna tanto ricca quanto aspra, è sempre di più al centro di racconti, sogni e progetti….

 

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